Il Lions Club Mirandola incontra Simone Barone, mezz’ala della nazionale di calcio Campione del Mondo nel 2006.
Per i non appassionati di calcio, Simone Barone può risultare uno sconosciuto, mentre invece si tratta di uno dei componenti della gloriosa nazionale laureatasi campione del mondo in Germania nel 2006. Mezz’ala destra e centrocampista, Barone giocò due partite di quel vittorioso torneo e in una di esse fu l’artefice del goal messo a segno da Filippo Inzaghi che, ricevuto il passaggio da lui, preferì scartare il portiere avversario e tirare in rete, piuttosto che ripassargli la palla e consentirgli di segnare a porta vuota. Barone è stato ospitato il 23 marzo u.s. dal Lions Club Mirandola, presidente Antonella Cavicchi, nella serata dedicata allo sport, per parlare di calcio al quale ha dedicato tutto sé stesso. Il racconto di Barone parte dagli anni giovanili nelle squadre minori del Parma, città natale della madre, nella quale è cresciuto. Impegnandosi al massimo raggiunge, appena diciottenne, il debutto in serie A nella squadra di casa. La definitiva affermazione avviene, però, nel Chievo Verona (dove è mandato in prestito a farsi le ossa) che, grazie a lui, votato miglior giovane del campionato, viene promosso in serie A. Il successivo ritorno al Parma è d’obbligo. Qui trova Gigi Buffon, anch’egli di Parma, col quale stringe una salda amicizia. Il miracolo del Parma, però, si rompe ben presto con il crack della Parmalat. La squadra si dissolve, Barone è costretto ad emigrare al Palermo, dove ha molte soddisfazioni. Ricorda che a un certo punto arriva per lui la richiesta della Juventus, ma, quando ormai la cessione sembra conclusa, il patron del Palermo cambia idea e decide di tenerlo. Non è un’occasione mancata per Barone, perché poco dopo viene convocato in nazionale e inserito nella rosa dei giocatori per il mondiale. Ancora oggi, Barone pensa all’esperienza del mondiale in Germania come a un evento fantastico e indimenticabile, capitato a lui, giocatore forte, ma non un grande campione. Di quel periodo, oltre al goal mancato (accennato sopra), ricorda l’atmosfera cameratesca instauratasi fra i componenti della squadra nei 45 giorni del torneo. Le lunghe partite di pingpong con l’amico e compagno di camera Gigi Buffon nel tempo libero, i viaggi nelle sedi delle 7 partite, circondato dall’entusiasmo dei tifosi, le tante ore dedicate a studiare le strategie delle squadre avversarie, gli sporadici contatti con le persone care. La parentesi mondiale si conclude trionfalmente, con premi e riconoscimenti fra cui la nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica conferito a lui e agli altri giocatori vittoriosi dal Presidente Ciampi. Tornato alla “vita normale”, Barone trascorre altri tre anni al Torino. Poi è ceduto al Cagliari e al Livorno, ma le cose non vanno più bene come prima, per cui all’età di 34 anni con 400 presenze in serie A, di cui 16 in nazionale, e con 26 goal segnati, di cui uno in nazionale, Barone si sente appagato e decide di appendere le scarpette al chiodo e di intraprendere la carriera di allenatore, forse in questo spinto anche dal fatto che la famiglia cresce con la nascita dei suoi due figli e sente molto forte il bisogno di stare vicino a loro. Attualmente allena la squadra Berretti del Sassuolo Calcio, dopo alcune esperienze alle giovanili del Modena e della Juventus e una breve parentesi in India ad allenare la squadra del Delhi Dynamos, come vice di Zambrotta. Riconosce che il lavoro dell’allenatore moderno consiste nella gestione di uno staff di specialisti che lo circondano, più che di un gruppo di giocatori, ma ritiene sempre indispensabile seguire direttamente la crescita dei propri ragazzi in modo graduale, senza inutili esaltazioni. Afferma che per riuscire nel calcio, oltre le doti naturali, bisogna essere “forti di testa” e pronti al sacrificio, mettendo sempre grande passione in ciò che si fa. Trova molto importante trasmettere ai giovani i valori dell’impegno, del rispetto e dell’umiltà che hanno sempre caratterizzato il suo approccio al calcio. La sua partecipazione ha reso possibile una consistente donazione dei Lions a favore della benemerita associazione modenese (da lui stesso indicata per un’azione caritativa) “Il cesto di ciliegie” che sostiene le donne colpite da tumore al seno. IP