L’ideologia Nazista e lo sterminio degli Ebrei, per non dimenticare.

Come rendere omaggio alle vittime della Shoah nella settimana tradizionalmente dedicata alla “Memoria”? Il meeting tenutosi il 28 gennaio scorso, “L’ideologia nazista e lo sterminio degli Ebrei, per non dimenticare”  organizzato dal Lions Club Finale Emilia e dal Lions Club Mirandola, ha avuto tale scopo: discutere, approfondire, ricordare, per non dimenticare.

L’evento, in video conferenza, ha visto l’attenta e partecipe condivisione di un nutrito numero di partecipanti fra cui Autorità Lionistiche, Soci Lions e numerosi Ospiti.

I lavori sono stati aperti dalle Presidenti Maria Teresa Benotti, per il Lions Club Finale Emilia, e Antonella Cavicchi, per il Lions Club Mirandola. Dopo il cerimoniale di rito, è stato presentato l’illustre Relatore, Prof. Francesco Maria Feltri, modenese, docente di storia, profondo conoscitore della Shoah (genocidio degli Ebrei), autore di numerosi saggi sul nazionalsocialismo, le deportazioni, i regimi totalitari, i luoghi della Memoria e altri argomenti correlati.

Il Prof. Feltri ha effettuato una ampia panoramica storica, con l’ausilio di una presentazione fotografica, commentando nel dettaglio le motivazioni che hanno portato allo sterminio degli Ebrei, oltre 6 milioni di persone, uomini, donne e bambini, ma anche di altre etnie. E’ opportuno notare che i lager furono attivati dai tedeschi, nella fase pre-bellica che anticipò la seconda guerra mondiale, non per gli Ebrei bensì per gli stessi tedeschi ritenuti non adeguati alla razza “ariana”; ricordiamo fra le diverse “categorie” colpite gli omosessuali, le prostitute, gli asociali, gli avversari politici.

Poi vennero emanate le leggi di Norimberga (settembre 1935) che introducevano divieti relativi al matrimonio e alle relazioni extra-coniugali fra Ebrei e non Ebrei, nonché altre durissime norme che miravano alla purezza del sangue tedesco, uno dei capisaldi dell’ideologia nazionalsocialista, nonché sostanzialmente ad isolare gli Ebrei.

L’esercito tedesco invase la Polonia il primo settembre 1939, dando inizio alla seconda guerra mondiale; furono allora introdotti i ghetti nelle città polacche, prima tappa nel processo di segregazione, sfruttamento e poi sterminio della popolazione ebraica europea. Il solo ghetto di Varsavia, certamente il più sovraffollato d’Europa, conteneva circa 500 mila Ebrei, già in condizioni di precaria igiene, e quindi vittime, in gran numero, di malattie e carestia

Proseguendo nella narrazione del periodo storico successivo alla presa di potere di Hitler e all’invasione della Russia, notiamo che, nel giugno del 1941, il regime nazista iniziò lo sterminio per annientare i nemici giudaici e bolscevichi, una guerra razziale e ideologica. Vennero costituite quattro unità speciali, reclutate fra le tristemente famose SS e all’interno della polizia politica (la Gestapo), che iniziano le uccisioni, inizialmente limitate agli ebrei maschi e adulti, ma presto estese anche a donne, anziani e bambini, senza alcuna eccezione di genere e di età.

Pertanto il regime nazista, nella forsennata ricerca della purezza della razza e della distruzione del nemico ebraico, ritenuto responsabile della sconfitta tedesca nella prima guerra mondiale, nonché della rivoluzione bolscevica, iniziò la costruzione e la messa in opera dei campi per “organizzare” lo sterminio di massa.

Questo ultimo aspetto va meglio spiegato nell’ottica delle finalità dei nazisti. Infatti, essi allestirono due diverse tipologie di campi: campi di lavoro e campi di sterminio. Ad Auschwitz, attraverso le “selezioni” veniva deciso chi poteva (temporaneamente) continuare a vivere e lavorare e chi, invece, veniva inviato direttamente alle camere a gas e poi ai forni crematori.

Chi sopravviveva, ricordiamo Primo Levi e Liliana Segre, che hanno impegnato la loro intera vita a diffondere la conoscenza dell’Olocausto, affinché non abbia a ripetersi, veniva spogliato di tutto, rasato e “tatuato”: non più persone, ma numeri indelebili sul braccio, non più poeti, operai, musicisti, orafi, artigiani, etc.. ma animali al servizio del Reich. Una strage silenziosa, immane, impensabile.

«Auschwitz», è stato un vasto complesso di campi di concentramento e di sterminio situato nelle vicinanze della cittadina polacca di Oswiecim (in tedesco Auschwitz). Fra il  1940 e il 1944, vi furono sterminati più di 1 milione di prigionieri, in gran parte Ebrei. Oltre al campo originario, denominato Auschwitz I, nacquero diversi altri campi nel complesso, tra cui il famigerato campo di sterminio di Birkenau (Auschwitz II), che era in grado di gestire lo sterminio di 4000  persone al giorno, il campo di lavoro di Monowitz (Auschwitz III, il lager in cui fu deportato Primo Levi), e altri 45 sotto-campi, costruiti durante l’occupazione tedesca della Polonia. I deportati venivano utilizzati per lavorare nelle diverse industrie tedesche costruite nei dintorni. Il complesso dei campi di Auschwitz, il più grande mai realizzato dal nazismo, svolse un ruolo fondamentale nel progetto di “soluzione finale della questione ebraica“, eufemismo con il quale i nazisti indicarono lo sterminio degli Ebrei.

Nel lager, tuttavia, trovarono la morte anche molte altre categorie di internati, cosicché esso divenne rapidamente il più efficiente centro di sterminio della Germania nazista. Auschwitz, nell’immaginario collettivo, è diventato il simbolo universale del lager, nonché sinonimo di “fabbrica della morte”, realizzato, incredibilmente, nel cuore dell’Europa orientale.

Mentre l’Armata rossa dell’Unione Sovietica si avvicinava ad Auschwitz, nel gennaio del 1945, verso la fine della seconda guerra mondiale, le truppe naziste mandarono la maggior parte della popolazione del campo a ovest in una marcia della morte verso altri campi in Germania e Austria. Le truppe sovietiche liberarono il campo il 27 gennaio 1945, giorno commemorato dal 2005 come “Giorno della Memoria”.

Alla precisa ricostruzione storica, a tratti particolarmente cruda e commovente, hanno fatto seguito le numerose domande dei partecipanti al meeting, con riguardo, in particolare, alle reazioni delle giovani generazioni che visitano i campi di sterminio, quali possono essere i presidi per evitare che tali orrendi fatti accadano di nuovo, la recrudescenza dell’intolleranza razziale, i paraventi dei negazionisti, le cause dell’antisemitismo, che in tempi di crisi si diffonde con maggiore forza e rapidità. Oltre tutto, oggi, spesso Internet svolge una pericolosa funzione di diffusione e di amplificazione di sentimenti razzisti e intolleranti.

Tanto ancora ci sarebbe da ascoltare, dibattere, approfondire su questo tristissimo periodo della nostra recente storia, ma il tempo a nostra disposizione è terminato e con esso anche la relazione del Prof. Francesco Maria Feltri.

Vorremmo chiudere la commemorazione delle vittime innocenti ricordate nella Giornata della Memoria con la speranza che democrazia, tolleranza e solidarietà non abbiano mai a mancare, ogni giorno dell’anno.

Primo Levi ha scritto: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare”.

Liliana Segre ha scritto: “Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”.

 

Maria Teresa Benotti – Presidente Lions Club Finale Emilia

Antonella Cavicchi – Presidente Lions Club Mirandola