L’Africa, continente dalle mille sorprese

L’Africa, tra storie e stereotipi da smontare, narrata da un esperto conoscitore del  grande continente che oggi conta 54 stati e 1,3 miliardi di abitanti. Questo è stato l’argomento del recentissimo intermeeting (telematico) di Lions Club Mirandola (presidente Antonella  Cavicchi), Lions Club Finale Emilia (presidente Maria Teresa Benotti) e Rotary Club Mirandola (presidente Domenica Perseo),  con Giampaolo Musumeci, giornalista, fotografo e scrittore. Dal 2004 egli si interessa dell’Africa, specie e non solo di quella sub-sahariana, che ha girato in lungo e in largo, a contatto con gente, cultura e luoghi, oggetto della sua trasmissione radiofonica “Nessun luogo è lontano”, tenuta su Radio 24 (dal 2010).

Musumeci ha esordito affermando che è quasi incredibile il livello di disinformazione che noi, non-africani, abbiamo su questo continente. Moltissimi, infatti,  sono i luoghi comuni  in base ai quali, in modo distorto, esso ci viene presentato dai mass media. Ne ha elencato parecchi, non ultimo quello che invariabilmente lo raffigura  “con un albero di acacia al tramonto” nelle pubblicazioni nostrane sull’Africa. Il pregiudizio poi ci spinge ad identificare (quasi sempre errati) usi tipicamente “africani” di certi oggetti. Il ”machete”,  ad esempio, non è, come potremmo pensare, lo strumento con cui si uccidono le persone nelle tante guerre che travagliano gli stati africani, ma è il mezzo indispensabile per aprirsi la strada in mezzo alla foresta, o togliere il fango dalle ruote dell’auto. La radiolina portatile a pile, acquistabile per pochi soldi quasi ovunque e che tutti ascoltano, contrariamente alla televisione (poco diffusa), è l’unico modo degli africani per essere facilmente collegati col mondo.

In Africa sopravvivono infinite storie misteriose e magiche che noi non esitiamo a considerare inverosimili, ma che spiegano paure e timori della popolazione. Musumeci ha citato, ad esempio, la credenza secondo cui l’acqua conferirebbe l’invulnerabilità ai terribili guerriglieri Mai-Mai del Congo quando ne vengono cosparsi prima della battaglia,  o quella del fantomatico “uomo-coccodrillo”, l’uomo che di giorno dissemina il virus dell’ebola e di notte si trasforma in coccodrillo, predatore dei fiumi.

Ancora, l’Africa è il continente in cui convivono grandi contraddizioni, poiché accanto ad arretratissime condizioni  di vita,  prosperano moderne città. E’ ben noto che in larga parte lo sviluppo africano è dovuto alla presenza, invasiva e interessata, dei cinesi. Da tempo essi investono nel continente e, diversamente dagli occidentali, trattano con tutti i paesi africani, democratici e non, senza pregiudizi e al solo scopo di impadronirsi delle preziose materie prime disponibili. Tra queste, spicca il coltan, minerale rarissimo ed essenziale nella fabbricazione dei telefoni cellulari, di cui i cinesi si sono accaparrati l’estrazione in Congo. A Kampala (Uganda) è persino sorta Wakaliwood, una specie di Hollywood africana, produttrice di film d’azione dalla trama sempre identica (che nondimeno hanno successo).

L’Africa infine è il continente delle migrazioni, ossia di grandi masse che si spostano da un luogo all’altro alla ricerca di migliori condizioni di vita. La gran parte, circa l’80%, dei migranti resta sul continente. Solo meno del 20%, una quantità relativamente modesta,  vuole raggiungere l’Europa. Ciò stride un po’ con certa informazione nostrana secondo cui sarebbe imminente l’invasione dell’Europa da parte degli africani.

Insomma, per Musumeci, vera e propria fonte inesauribile di storie, aneddoti e racconti sull’Africa, le sfaccettature di questo continente sono tantissime, tutte interessanti  e meritevoli di approfondimento, con attenzione (e rispetto), se si vuole comprendere una realtà a noi pressoché sconosciuta.

I.P.