Donazione del LC Mirandola al SERMIG
L’Arsenale della Pace di Torino: una casa aperta sul mondo
L’incontro del Lions Club Mirandola (tanto meticolosamente preparato dalla presidente Antonella Cavicchi e sponsorizzato anche da New Voices, l’iniziativa congiunta Lions/Leo che abbraccia il tema della diversità di genere e dell’inclusione) con la dott.ssa Maria Pia Bronzino, rappresentante del SERMIG (Servizio Missionario Giovani), benemerita Fondazione di Torino, è avvenuto lo scorso 16 febbraio. Ancora una volta, a causa della pandemia, si è dovuti ricorrere ad una teleconferenza che non ha però impedito, nonostante alcune “bizze” del web, di approfondire la conoscenza del SERMIG e di apprezzare l’autorevole testimonianza di una persona che fa parte della FRATERNITA’ della Speranza, la comunità di coloro che vivono all’interno del SERMIG (in tutto 45 persone). La dott.ssa Bronzino è direttrice sanitaria del SERMIG ed è responsabile del suo poliambulatorio, un servizio che da 33 anni offre sostegno a tante persone in difficoltà, fornendo loro visite mediche specialistiche, occhiali, cure odontoiatriche e farmaci. L’opera viene svolta da medici specialisti ed odontoiatri volontari che danno risposta alle richieste di aiuto, provenienti oggi anche da molti italiani, vittime della crisi economica. Negli anni, sono state visitate più di 54.000 persone per un totale di 220.000 prestazioni, offerte da 42 medici generici e specialisti e 15 odontoiatri volontari. Nel solo 2020 gli interventi odontoiatrici sono stati 3000, in notevole aumento rispetto agli anni precedenti, il chè ha fatto emergere i limiti delle apparecchiature attualmente in dotazione e la necessità di sostituirle. Per questo motivo, il Lions Club Mirandola ha deciso di donare al SERMIG un nuovo e moderno apparecchio radiografico che consentirà di continuare a fornire un servizio odontoiatrico efficace e di primordine.
La dott.ssa Bronzino ha brevemente illustrato la storia del SERMIG, nato nel 1964 dal proposito del suo fondatore e anima, Ernesto Olivero, e della moglie Maria, di voler combattere la fame e la povertà dei popoli con opere di bene. L’azione del SERMIG, inizialmente rivolta soprattutto all’aiuto dei missionari in giro per il mondo, ha dato poi vita all’Arsenale della Pace di Torino, sorto nel 1983. Questo ente era stato per alcuni secoli l’arsenale militare in cui venivano costruite le armi, prima sabaude e poi italiane, dismesso dopo la seconda guerra mondiale e caduto in completa rovina finchè il demanio decise di cederne un primo edificio al SERMIG. Con l’aiuto di volontari e della “Torino buona” l’edificio fu ripulito e ricostruito trasformandolo in un luogo di accoglienza per persone bisognose e per giovani desiderosi di dare un senso alla propria vita con l’impegno in servizi di volontariato. In pochi anni, al primo edificio se ne aggiunsero altri sette, dando luogo così all’attuale Arsenale della Pace, un’area di 50000 metri quadrati che può considerarsi un vero e proprio “monastero metropolitano” per l’assistenza a immigrati, tossicodipendenti, alcolizzati, malati di AIDS e persone senza tetto. In aggiunta ad esso sono sorti altri due “arsenali”: a S. Paolo in Brasile (per l’accoglienza ai poveri) e in Giordania (dove è ospitata una scuola per giovani disabili). Oggi il SERMIG è una realtà con una miriade di iniziative, tutte tese a promuovere la pace. Ha già inviato un migliaio di aerei carichi di materiali a chi, nel mondo, ne aveva bisogno. Un numero altissimo di persone venute in contatto con esso hanno radicalmente cambiato la loro vita. Persino Piero Cavallero, il “bandito” degli anni sessanta, famoso per le 18 rapine della sua banda con 5 morti, dopo 21 anni di prigione in cui era maturata la sua sincera conversione, divenne amico di Olivero e prestò servizio come volontario all’Arsenale della Pace, lasciando scritto nel suo testamento di morte: “..dopo tanti anni di carcere la mia vita travagliata ha trovato l’Arsenale della Pace, dove ho capito, senza bisogno di tante parole, i miei sbagli.” Davvero si può dire che “La bontà è disarmante” (e ha una forza incredibile: quella dell’amore per il prossimo, che genera la pace), come recita la frase scritta a caratteri cubitali su uno dei muri dell’Arsenale.